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IL CAVALIER DI SPIRITO 287
Finor l’insulto vostro è ancora indifferente,

Finchè non è la donna colpevole o innocente.
Prova di lei si faccia, che vaglia assicurarvi,
E allora dell’offesa dovrete ritrattarvi.
Flavio. Io ritrattar non soglio quel che il mio labbro ha detto;
L’onor di donna Florida a sostener mi affretto.
Escite, e colla spada provatemi ch’è infida.
Claudio. Eh, che l’onor di donna non prova una disfida.
Potrei morir: per questo saria dalla mia morte
La fede autenticata di debole consorte?
E se innocente ha il cuore, col vostro sangue istesso
Macchiata esser dovrebbe da vergognoso eccesso?
Inutile è il cimento, quando la donna è infida;
Scoprasi ch’è innocente, e accetto la disfida.
Flavio. Or bene, a questo patto la pugna or differisco.
Scoperta la menzogna, vi assalgo ed infierisco,
Nè di sottrar pensate la vita alla mia spada.
Claudio. Son cavalier, mi avrete con voi quando vi aggrada:
Ma l’onor mio pretendo che all’onta non si esponga
Di femminile inganno. L’ira omai si deponga.
Andiamo di concerto per metterci al sicuro,
Se il cuor di donna Florida siasi macchiato o puro.
S’ella vi vede, al certo, temendo il vostro aspetto,
Arte non mancheralle per simulare affetto;
E quell’ardir che l’anima, sin che voi siete assente,
Le mancherà nel seno, mirandovi presente.
Celatevi per poco, fate che non vi veda;
Ferito in lontananza facciam ch’ella vi creda.
S’ella fedel si mostra a voi distante ancora,
L’avrò accusata a torto: ci batteremo allora.
Flavio. Piacemi il ritrovato, e allor con più ragione
Di vendicar mi accingo la sua riputazione.
Andrò in luogo remoto a lei poco lontano,
Farò le giunga un foglio segnato di mia mano;
Vedrò la sua risposta, vedrò s’ella destina