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304 ATTO TERZO
È bello il vostro sposo? Ebben, la sua beltà

Godrete, se non tutta, almeno per metà;
E l’altra difformata dal fato disgustoso,
Sarà l’insegna nobile di un uomo valoroso.
Florida. E mi consigliereste che avessi il cuor si stolto,
Di prender per isposo un uom con mezzo volto?
Conte. Signora, a quel ch’io sento, vi tenta il rio demonio:
Il volto non è dove si fonda il matrimonio.
Lo dissi, e lo ridico, alla virtù si bada.
Florida. Tutta la sua virtude consiste nella spada.
Conte. Ditemi in cortesia: don Flavio avete amato?
Florida. L’amai.
Conte.   Ad obbligarvi con lui chi vi ha forzato?
Florida. Per dirla, amor fu solo che mi ha obbligato a farlo.
Conte. E perchè ha perso un occhio vorreste abbandonarlo?
Florida. Devo soffrir dappresso un mutilato, un mostro?
Conte. Quanti mostri vi sono ancor nel sesso vostro?
Quante spose eran belle da prima in gioventù,
E dopo maritate non si conoscon più?
Per questo s’ha da dire con onta e con orgoglio
Dagli uomini alla sposa: Va là, che non ti voglio?
Florida. Credea dal vostro labbro aver miglior conforto;
Ma veggo, a mio rossore, che voi mi date il torto.
Per scherno, o per inganno, diceste poco fa,
Mi avreste consolato s’io fossi in libertà.
Conte. È ver, ma in libertade per or non siete ancora.
Florida. Don Flavio è mio in eterno?
Conte.   No, aspettate ch’ei mora.
Florida. Eh, che la legge istessa provvede ed ha ordinato,
Che sposa si disciolga da sposo mutilato.
Egli non è più quello a cui promessa ho fede;
Se cambiasi l’oggetto, ogni obbligo recede.
Pensar deggio a me stessa, nè condannar mi lice
Il cuore al duro laccio, per vivere infelice.
Non parlo da me sola; nel mio fatal periglio