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IL CAVALIER DI SPIRITO 329

SCENA IV.

Donna Florida, poi don Flavio.

Florida. Sì, son buona anche troppo. Soffro l’insulti e l’onte.

Basta: sentiamo in prima quel che sa dire il Conte.
Flavio. Signora, la mia spada perchè mi si contende?
Florida. Chi è quel che ingiustamente negarvela pretende?
Flavio. Voi darmela negate.
Florida.   Io? non è ver, signore.
Flavio. Ora il fattor mei disse.
Florida.   È stolido il fattore.
Flavio. Dunque dov’è il mio ferro?
Florida.   Subito a voi lo rendo.
(in alto di partire)
Flavio. La spada trattenermi? La voglio, e la pretendo.
Florida. La voglio? la pretendo? Poco civil voi siete;
Negarvela destino, perchè la pretendete.
Flavio. La cercherò io stesso. (in atto di passare innanzi)
Florida.   Non soffrirò un oltraggio.
Per impedirvi il passo non mancami il coraggio.
Flavio. Quale ragion vi sprona a denegarmi il brando?
Florida. L’ardir con cui osate di esprimere il comando.
Flavio. Esser potria piuttosto timor della mia sorte,
Temendo che io non vada ad incontrar la morte.
(dolcemente)
Florida. Questa pietosa cura da me non meritate, (dolcemente)
Flavio. Non curo che pietosa a me vi dimostriate.
Pensate, risolvete di me come vi aggrada.
Florida. Perfido! (in alto di partire)
Flavio.   Mi lasciate?
Florida.   Vi renderò la spada. (parte)