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LA VEDOVA SPIRITOSA 391
Isidoro.   Presto, che diano in tavola.

(a Paoluccio)
Paoluccio. Comanda ella, signore? (a don Isidoro)
Isidoro.   Va a far quel che ti ho detto.
(a Paoluccio)
Paoluccio. (Vo’ che il forestier venga; vo’ farlo per dispetto).
(da sè, e parte)

SCENA VII.

Don Berto, don Anselmo, don Isidoro, poi don Ferramondo.

Anselmo. Visite tutto il giorno?

Isidoro.   Le visite a quest’ora?
Anselmo. Fatela rinserrare.
Berto.   Sì sì, non vedo l’ora.
Isidoro. Pensate, se vogliamo che venga a far rumori
Contro la nostra tavola.
Ferramondo.   Servo di lor signori.
Isidoro. Come! non ve l’han detto che a tavola si va?
Ferramondo. Chi è il padrone di casa? (a don Anselmo)
Anselmo.   Signore, eccolo qua.
(accennando don Berto)
Berto. Son io, ma mi riporto a questi amici miei.
Ferramondo. Non siete voi don Berto?
Berto.   Son servitor di lei.
Isidoro. Di grazia... (a don Ferramondo)
Berto.   (State zitto.)
(piano a don Isidoro; mostrando aver paura)
Ferramondo.   Signor, vi son tenuto,
Che in ora così incomoda mi abbiate ricevuto.
Cercai di donna Placida; mi disse il vostro servo,
Che pria da voi venissi, e i vostri cenni osservo.
Berto. Anzi mi favorisce.
Isidoro.   (Ah schiuma de’ bricconi!
Paoluccio me l’ha fatta.) (da sè)
Anselmo.   Anzi, la mi perdoni,