Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVI.djvu/114

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Sarebbe per me un piacere grandissimo poter riverire e abbracciare l’altro Fratello vostro degnissimo, che colà con vero merito e con approvato talento sostiene l’onorevole carico di Console per la Serenissima Repubblica di Venezia1 Fate seco lui le mie parti, ringraziatelo Voi per me per l’interesse ch’ei prende per la mia novella edizione2, siccome ringrazio Voi ben di cuore, e l’amatissimo Signor Giovanni, d’avermi procurato finora i nomi e l’anticipazioni per quarant’otto associati. Vi spiacerebbe per avventura ch’io rendessi pubblica quest’amorosa vostra attenzione? Non so che dire; compatitemi. Il mio costume vi è noto. Io dico in pubblico il bene e il male che mi vien fatto; ma del bene mi mostro grato, e del male non ne procuro vendetta. Può darsi che osservando io un tal sistema, sia da alcuno chiamato vile, codardo; ma so che Voi giudicate di me altrimenti, e vi compiacete della mia indifferenza, inalterabile, non per dispregio, ma per interna tranguillità. Caro amico, conservatemi l’amor vostro. Tenetemi vivo nella ricordanza de’ vostri cari congiunti, de’ nostri diletti comuni amici; accordatemi guesto dono dopo tanti che ne ho da Voi ricevuti; gradite guesta mia lettera. Ricevetela di buon cuore, o per memoria di me, o per uno sfogo della mia tenerezza, con cui vi sono e vi sarò eternamente

Vostro Obbligatiss. Cordiale Amico
Carlo Goldoni.



  1. A costui, e non a Gabriele, che non fu mai console veneto a Marsiglia, come per errore mi sfuggì nella n. 2 a pag. 390 del vol. XIII, allude certamente il Gradenigo ne’ suoi Notatorj. Il Goldoni, che potè conoscerlo a Venezia nel 1757, o fors’anche prima, fu ospite in sua casa a Marsiglia nel principio dell’agosto 1762 per ben sei giorni, come afferma nel primo capitolo della terza parte dei Mémoires. Gran lodi fece il nostro commediografo di «madama Cornet di Marsiglia» nella lettera a Gabriele del 27 sett. 1762, da Parigi.
  2. Allude il Goldoni alla famosa edizione Pasquali, di cui uscì il manifesto nell’aprile 1761, e dentro l’agosto il primo tomo.