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298 ATTO PRIMO
Ma se ardirà l’audace mandarmi un’imbasciata,

Si pentirà d’avermi con ardir provocata.
Prosdocimo. Servo, signora mia.
Marchesa.   Dov’è andata Regina?
Prosdocimo. Che volete da lei?
Marchesa.   La voglio a me vicina.
Prosdocimo. Di che avete timore? Quand’io vi sono appresso,
Non abbiate paura di Satanasso istesso.
Lo so che siete sola, senza il vostro consorte;
Ma quando ci son io, si ponno aprir le porte.
Se avete dei nemici, se alcun venir si vede,
Io gli spacco la testa, e ve la getto al piede.
Marchesa. Regina. (forte)

SCENA VII.

Regina e detti.

Regina.   Mia signora.

Prosdocimo.   Non abbiate timore.
Marchesa. Non ho timor, vi dico, non ho sì vile il cuore.
Di nemici non temo, in casa mia non vi è
Chi ardisca, chi presuma venir senza di me.
Delle vostre sciocchezze ridere son forzata.
Ma spicciatevi tosto.
Prosdocimo.   V’ho a fare un’imbasciata.
Marchesa. E per chi?
Prosdocimo.   Per un certo padron mio venerando...
Marchesa. Dite; quel che vi manda, è forse don Fernando?
Prosdocimo. Non signora. E quell’altro.
Marchesa.   Quell’altro? e chi sarà?
Prosdocimo. Sarà il conte Rinaldo.
Marchesa.   Che vuol?
Prosdocimo.   Vuol venir qua.
Marchesa. Brama il conte Rinaldo venir in casa mia?
Ora non vi è il mio sposo; dee aspettar ch’ei ci sia.