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I MORBINOSI 405
Brigida.   Non saprei.

Domandatelo a lui.
Ottavio. (Sì volta da Lelio.)
Lelio.   Domandatelo a lei.
Ottavio. Non so se ciò sia vero, o se mi sia ingannato:
Un schiaffo a qualcheduno mi par sia stato dato.
Dite se ciò sia vero, o se ingannato io fui.
Lelio. Domandatelo a lei.
Brigida.   Domandatelo a lui.
Ottavio. Se alcun non lo vuol dire, lascierò che si taccia.
Chi l’ha avuto, se ’l goda, e che buon pro gli faccia.
Pensiamo a un’altra cosa. Lelio, codesta dama
Lo so di certa scienza che vi rispetta ed ama.
Lelio. Lo so anch’io di sicuro.
Ottavio.   E del suo amore in segno,
So che brama di darvi di tenerezza un pegno.
Lelio. Mi ha di già favorito.
Ottavio.   Davver? me ne consolo. (a Lelio)
Ma non è a sufficienza, se gliene deste un solo.
Quando si ama davvero, si replica il favore.
Brigida. Replicherò, se el vol.
Lelio.   Grazie di tanto onore.
Ottavio. Come! voi ricusate la grazia generosa
Di una che sol desidera di essere vostra sposa?
Lelio. Mia sposa?
Ottavio.   Sì signore. Contessa, non conviene
Che tenghiate l’amico più lungamente in pene.
Perchè credete voi ch’ella sia qui venuta? (a Lelio)
La donna, lo sapete, è per costume astuta.
L’amor mi ha confidato, che per voi prova in petto.
Io le ho fatto la scorta a entrare in questo tetto.
Nulla vi ho detto in prima, per osservar se a voi
Piaceva il suo bel volto, piacevan gli occhi suoi.
Or che mi par che siate per lei contento e lieto,
Vi parlo schiettamente, vi svelo il gran segreto: