Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVI.djvu/428

Da Wikisource.
422 ATTO QUARTO


Catte. Toni, mi no voleva.

Toni.   No voggio tarocar,
No digo che ala festa no ve voggia menar.
E se una pula sola non ha d’andar cusì,
Senza che altri s’incomoda, la vôi compagnar mi.
(la prende per mano, e la conduce via)
Betta. No li lassemo soli.
Anzoletta.   Presto, andemoghe drio.
Giacometto. Donca co ste signore farò l’obligo mio.
(esibisce la mano a tutte due)
Betta. Grazie. (si fa dar braccio)
Anzoletta.   Aceto el favor. (si fa dar braccio)
Giacometto.   Posso dir stali e premi1,
E ariverà ala festa un ceppano2 a do remi, (partono)

SCENA VIII.

Sala da ballo.

Tutti disposti ai loro luoghi ballano vari minuetti, fanno poi una contradanza, e con questo termina l’atto. Frattanto che ballano, Lelio procura di star vicino a Brigida, e Ottavio procura lo stesso, e tormenta Lelio.

Fine dell’Atto Quarto.


  1. Voce comune de’ barcaioli. Premer, volgere la barca a mano sinistra (vol. II, 597); stalir, volgerla a destra. V. Boerio.
  2. Schifo, palischermo, lancia: Patriarchi e Boerio.