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LA SCUOLA DI BALLO 465
Rigadon. (Abbiam preso il merlotto in buona luna).

(piano a Giuseppina)
Per dir la verità, questa è la strada;
Quando che si vuol bene a una fanciulla,
Colle parole non si tiene a bada.
Amor, protezion non conta nulla.
Ecco, se il signor Conte vi vuol bene:
Mille scudi gli sembrano una frulla.
Giuseppina. Accettarli però non mi conviene.
Rigadon. Perchè?
Giuseppina.   Perchè non so per qual ragione....
Rigadon. Voi fate torto a un cavalier dabbene:
La pietà del suo core è la ragione
Che lo sprona all’onesto sagrifizio,
E non è mosso d’altra passione.
Accettate senz’altro il benefìzio.
Dei mille scudi la metà mi tocca,
E i cinquecento mi faran servizio.
Conte. No, no, la destra mia non è sì sciocca
Di gettar il danaro a chi nol merta.
Maestro mio, spazzatevi la bocca.
Per Giuseppina la mia casa è aperta.
Voi da me non sperate un sol quattrino;
Già la vostra malizia ho discoperta:
Siete delle scolare un aguzzino. (via)
Giuseppina. Ecco, per cagion vostra avrò perduta
L’avventura miglior del mio destino.
Rigadon. Ho piacere ancor io, se il ciel v’aiuta;
Ma che aiuti voi sola, e a me niente.
Per i miei denti è un masticar cicuta.
Perdo il guadagno, e poi probabilmente
Perderò voi, che il cavalier pietoso
Credo non sarà poi tanto innocente.
E ho da tacer? se per amor geloso
Fossi soltanto, metterei giudizio.