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LA SCUOLA DI BALLO 503
Madama.   Veduto ho per di là il notaro:

Voi l’avete per me fatto venire,
E le mie nozze a stabilir preparo.
Rigadon. Corpo di bacco! mi faresti dire.
Ho la versiera e il diaschine d’intorno,
E voi pur mi venite a infastidire?

SCENA IX.

Don Fabrizio, un Notaro e detti.

Fabrizio. Signor notaro, a replicar non torno

Quel che vi dissi. Quella è la fanciulla:
Eccovi i testimoni intorno intorno.
Rigadon. E giovinetta, ed il cervel le frulla:
Quando non vuol ballar, non sa ballare.
Notaro. Questa ragion non contasi per nulla.
Prima di tutto si ha a depositare
Il danaro che a voi diè l’impresario,
Quando alle Stinche non vogliate andare.
Rigadon. In prigione un par mio? Qualche falsario
Vi credete ch’io sia? Ecco, signore.
La porzion ch’ebb’io dell’onorario. (dà una borsa)
Notaro. Ed il resto dov’è?
Rigadon.   L’ebbe il sensale.
Notaro. Favorisca il danar che s’è pigliato.
Ridolfo1. Eccolo, glielo rendo tale e quale.
(Era questo danaro destinato
Malamente a perir; noi l’abbiam reso,
E in peggior mani delle nostre è andato).
Rigadon. Voglio dalla giustizia essere inteso.
Sufficiente è la donna, ed io pretendo
Essere a torto nell’onore offeso. (al Notaro)
Notaro. Un processo verbal formare intendo.

  1. Manca nell’ed. Zatta.