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122 ATTO PRIMO

SCENA VIII.

Milord Bonfil, poi Miledi Daure.

Bonfil. Sarà meglio ch’io parli a miledi Daure. Ella dirà per me al Cavaliere quello ch’io aveva intenzione di dirgli1.

Miledi. Milord, posso venire?

Bonfil. Venite.

Miledi. Oggi avete volontà di parlare?

Bonfil. Sì, ho bisogno di parlar con voi.

Miledi. Mi parete turbato.

Bonfil. Ho ragione di esserlo.

Miledi. Vi compatisco. Pamela, dacchè ha cambiato di condizione, pare che voglia cambiar costume.

Bonfil. Qual motivo avete voi d’insultarla?

Miledi. Il Cavaliere m’informò2 d’ogni cosa.

Bonfil. Il Cavaliere è un pazzo.

Miledi. Mio nipote merita più rispetto.

Bonfil. Mia moglie merita più convenienza.

Miledi. Se non la terrete in dovere, è donna anch’ella come le altre.

Bonfil. Non è riprensibile la sua condotta.

Miledi. Le donne saggie non danno da sospettare.

Bonfil. Qual sospetto si può di lei concepire?

Miledi. Ha troppo confidenza con milord Artur.

Bonfil. Milord Artur è mio amico.

Miledi. Eh, in questa sorta di cose gli amici possono molto più dei nemici.

Bonfil. Conosco il di lui carattere.

Miledi. Non vi potreste ingannare?

Bonfil. Voi mi volete far perdere la mia pace.

Miledi. Son gelosa dell’onor vostro.

Bonfil. Avete voi qualche forte ragione per farmi dubitare dell’onor mio?

  1. Ed. cit.: Ella dirà per me al Cavaliere, che non si accosti più a questa casa.
  2. Ed. c.: s’informò.