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124 ATTO PRIMO

Miledi. Volete che accada peggio fra lui e milord Artur? Questa loro inimicizia1 non fa onore alla vostra casa.

Bonfil. (Ah! in che mare di confusione mi trovo!)2

Miledi. Milord, vi lascio solo; ci rivedremo.

Bonfil. Sì, ci rivedremo.

Miledi. (Pamela non cessa di screditar me e mio nipote nell’animo di Milord; la nostra compagnia non le piace, segno che ha soggezione di noi, che vorrebbe avere maggior libertà3. Non credo di pensar male, se la giudico una fraschetta). (parte)

SCENA IX4.

Milord Bonfil, poi Isacco.

Bonfil. Ehi.

Isacco. Signore.

Bonfil. Di’ a Miledi mia sposa, che venga qui.

Isacco. Sì, signore. (parte)

SCENA X.

Milord Bonfil, poi Pamela.

Bonfil. Non so se mia sorella parli con innocenza, oppur per malizia. Dubito che in apparenza soltanto abbia deposto l’odio contro Pamela. Questa virtuosa femmina è ancora perseguitata5. Se fosse vera l’inclinazione, che in lei figurano per Artur, non mi avrebbe sollecitato ogni giorno, perch’io la conducessi alla contea di Lincoln. Ella forse pensa meglio di me; conosce i suoi nemici, e non ha cuor d’accusarli; perciò abborrisce un soggiorno pericoloso. Eccola, vo’ soddisfarla.

Pamela. Signore, eccomi ai vostri comandi.

Bonfil. Questo titolo di signore non istà più bene6 fra le labbra di una consorte.

  1. Ed. cit.: Questa sfida ecc.
  2. L’ed. cit. aggiunge fra parentesi: passeggiando confuso.
  3. Ed. cit.: che vorrebbe aver la sua libertà.
  4. Questa scena, com’è nella citata ed. di Roma, vedasi in Appendice.
  5. Queste parole mancano nell’ed. di Roma.
  6. Ed. c.: non istà bene ecc.