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Artur. Miledi, io venni in questo momento.

Pamela. Il servidor mi ha ingannata. Per carità, signore, partite subito da queste soglie.

Artur. Non vi rechi pena la mia presenza. Son qui venuto per ordine di Milord vostro sposo.

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SCENA IX.1

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Artur. Io venni da voi chiamato.

Bonfil. E voi perchè ci veniste? (a Pamela)

Pamela. Perchè fui ingannata.

Bonfil. Da chi foste ingannata?

Pamela. Dal servitore.

Bonfil. Ehi!

Falloppa. Signore.

Bonfil. Perchè facesti tu venire Pamela in questa camera?

Falloppa. Perchè lei e Madama Jevre mi hanno ordinato, che subito che veniva Milord, le avvisassi segretamente, e mi hanno promesso di darmi da bevere l’acquavita; ma la signora Jevre non mi vuol dar niente.

Bonfil. Sentite? (a Pamela)

Pamela. Quel perfido è un mentitore. Ho detto che mi avvisasse quando eravate tornato voi.

Falloppa. Mi meraviglio; mi avete detto Milordo.

Pamela. Sì, è vero; e non è Milord mio marito? E dicendosi dalla famiglia Milord, non intendesi il padron della casa?

Falloppa. So molto io di queste vostre milorderie. (parte)

Pamela. Signore, lo comprendete l’equivoco? (a Bonfil)

Bonfil. Comprendo l’arte di mascherar la menzogna.

Artur. Voi siete un cieco, che ricusa d’illuminarsi.

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  1. Vedasi a pag. 139.