Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/21

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il Pubblico di tutto ciò prevenuto. Molto più dir potrei delle di lei particolari Virtù, ma qui incontrerei lo scoglio della modestia, che sta nel di lei cuore come regina al governo della bontà, della gentilezza, della pietà, della cortesia. Passerò oltre adunque, senza qui trattenermi, e le chiederò permissione di seco lei consolarmi del felicissimo matrimonio da tre anni contratto fra l’unico gentilissimo di Lei Nipote, e la Nobilissima egregia Dama de’ Ranieri di Perugia, Famiglia anch’essa delle quattro suddette più rinomate dell’Umbria. Grande so essere stato il di lei contento per una sì preziosa unione; accresciuto si è il di lei giubbilo per la Bambina che ne ha prodotta, e mi aspetto vedere compita la sua allegrezza con prole maschile, ch’io lor desidero di vero cuore, e che la Provvidenza ad una sì pia e sì religiosa Famiglia non può mancar di concedere. Porgono voti all’altissimo per ogni di lei serena felicità fra gli altri Popoli dell’antichissima e valorosa di lei Città, i poveri di quell’Ospitale, al di cui bene Ella presiede ed invigila con tanto esimia e singoiar carità, con tanto incomodo della persona e sagrifizio de’ proprj danari, e queste voci sono a Dio più vicine, e queste opere sono a Dio le più care. Ella per altro. Illustrissimo Signor Barone, che sa conoscere la vera pietà, separata dal rigoroso abbandono di tutti gli onesti piaceri di nostra vita, non ricusa di trattenersi talvolta piacevolmente, e so, come dissi a principio, che non isdegna di leggere le mie Commedie, ed ecco perchè indotto mi sono a dedicargliene una umilmente, supplicandola di volerla ricevere come un tributo alla cortesia, con cui mi soffre e mi onora, ed ossequiosamente mi dico

Di V. S. Illustrissima

Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss, Serv.
Carlo Goldoni.