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L'AUTORE

A CHI LEGGE.1


P

OCHE sono quelle Commedie, nelle quali non entrino innamorati, e in quasi tutte l’onesto amore è il principale movente della Comica azione. Questa Commedia adunque, che ha per titolo gl’Innamorati, dee rappresentar un amore più violento di tutti gli altri. Due persone che si amano fedelmente, perfettamente, dovrebbero esser felici, tanto più ch’io non figuro ostacoli che attraversino le loro brame, ma la pazza gelosia, che nella nostra Italia principalmente, è il flagello de’ cuori amanti, intorbida il bel sereno, e fa nascere le tempeste anche in mezzo alla calma. Per maggiormente spiegare il carattere de’ veri amanti, affascinati dalla passione, convien che sieno leggieri, fantastici e quasi irragionevoli i motivi de’ gelosi sospetti, e ciò per rendere vieppiù ridicola una debolezza che inquieta il Mondo, e arriva a far impazzire chi a tempo non sa guardarsene, o moderarla. Darsi de’ pugni pel capo, stracciarsi le vesti, minacciare la propria vita sono galanterie di questo gentile amore. Non è da romanzo il coltello, con cui si vuol ferire l’amante invasato da quest’amore. Ne ho veduti degli esempi cogli occhi miei, e se non mi vergognassi, direi da chi li ho veduti. Povera gioventù sconsigliata! Volersi tormentar per amore! Voler che il balsamo si converta in veleno? Pazzie, pazzie. Specchiatevi, o giovani, in questi Innamorati ch’io vi presento; ridete di loro, e non fate che si abbia a rider di voi.

  1. Uscì questa prefazione in testa alla commedia nel t. II (1762) dell’ed. Pasquali di Venezia.