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22 ATTO PRIMO

Flamminia. Aspettate prima. Chi sa che non mandi qualche ambasciata che vi dispiaccia!

Eugenia. Ha della roba il servitore,

Flamminia. Povero galantuomo! è di buonissimo core.

SCENA II.

Tognino e dette.

Tognino. Servo di lor signore.

Eugenia. Addio, Tognino. Che fa il padrone?

Tognino. Sta bene. La riverisce, e le manda questo viglietto.

Flamminia. E qui, che ci avete?

Tognino. Un po’ di frutta.

Flamminia. Poverino!

Eugenia. Sentite, come mi scrive. (a Flamminia)

Flamminia. È sdegnato?

Eugenia. Vorrebbe far lo sdegnato, ma non lo sa fare. Sentite, come principia: Crudelaccia!

Flamminia. Via, via, è parola d’amore.

Eugenia. Mi prendo la libertà di mandarvi due frutta, perchè possiate raddolcirvi la bocca, che avete per solito amareggiata di fele.

Flamminia. È amore, è amore.

Eugenia. Sarei venuto in persona, se non avessi temuto di accrescere i vostri sdegni.

Flamminia. Sentite? (ad Eugenia)

Eugenia. Ma ci verrà. (a Flamminia) Vi amo teneramente, e appunto per questo, stando da voi lontano, intendo unicamente di compiacervi.

Flamminia. Sentite? (con più forza)

Eugenia. Ma ci verrà. Bramerei due righe di vostra mano, per assicurarmi se vi è rimasta nel cuore qualche scintilla d’amore per me.

Flamminia. Via; rispondetegli, e usategli un poco di carità.

Eugenia. Siete molto compassionevole.