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Anch’io so che mi chiamo Carluccio, o sia Carlino,

Ma son comunemente chiamato il Diavolino.
Tonina. Veramente el ve calza.
Carluccio.   Davver? Bene obbligato.
Non credo però mai d’avervi indiavolato.
Tonina. Oh no ghe xe pericolo.
Carluccio.   Idolo mio, chi sa? (scherzando)
Tonina. Oh no ghe xe pericolo, dasseno in verità.
El diavolo fa caldo, e vu, quando ve vedo,
Sè tanto pochettin, che me fe vegnir fredo.
Carluccio. Risponderei; ma taccio, perchè il parlar non giova.
Parliam di qualcos’altro. La sapete la nuova?
(a tutti)
Pasqualino. Che novità portate?
Carluccio.   Un Turco mercadante
È venuto per fare compagnia per Levante.
Pasqualino. Anche voi la sapete?
Carluccio.   L’ha detto il conte Lasca.
Me l’ha detto in segreto: ma i suoi segreti ho in tasca.
Tonina. Che caro Conte! el vien le cosse a confidar,
E po per tutto el mondo el le va a sparpagnar.
Annina. Anca a me al m’l’ha dit, e a cred ch’ai andarò
A far da prima donna.
Tonina.   Prima donna po no.
Per seconda no digo, pol darse anca de sì.
Ma per quel ch’el m’ha ditto, la prima ho da esser mi.
Carluccio. E quella Fiorentina, che ieri è qui arrivata,
Prima donna alle Smirne pretende esser fermata.
Tonina. Come? v’insunierè.1
Annina.   Eh via, chi ha det sta baia?
Carluccio. L’intesi dire io stesso dall’Acquacedrataia?
Tonina. Dall’Aquacedrataia? Chi diavolo è custia?2
Carluccio. Lucrezia Fiorentina, che ho nominato in pria.

  1. Vi sognerete.
  2. Costei.