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374 ATTO PRIMO


Potete essere destinato all’assalto della fortezza, a sostenere l’impeto di una sortita, e voi senza pensare al pericolo, senza prepararvi al cimento, avete animo di divertirvi?

Faustino. Che ho da far io per prepararmi al cimento? Partito di casa mia, vestito l’abito militare, cinta la spada al fianco, disposi l’animo fin d’allora ad ogni pericolo ed a qualunque azzardo. Se mi chiamano al campo, so ch’io deggio obbedire. Se mi espongo1 al nemico, so ch’io posso morire; ma so altresì che l’importuna tristizia potrebbe rendere il mio coraggio men forte, e che il pensier del pericolo a nulla serve per evitarlo. Lasciatemi goder in pace questi momenti di vita, e se non vi piace ch’io giochi, consolatemi almeno con la dolcezza de’ vostri sguardi.

Conte. Ho vinto il paroli. La pace al fante2. La pace al fante. (con allegria saltando)

Ferdinando. Tenente, come va il gioco? (al Conte)

Conte. Va bene. La pace al fante. Or ora lo sbanco. La pace al fante. Ho vinto il fante. Ho vinto il fante. Aspettate. La doppia pace al re. La doppia pace al re.

Ferdinando. Bravo, Conte, coraggio.

Conte. Coraggio.

Faustino. Lasciatemi arrischiar due zecchini. (a Florida)

Florida. No, per ora non vo’ che giochiate.

Faustino. Siete padrona di comandarmi.

Conte. Diavolo maladetto, ho perduto la bella posta.

Ferdinando. Come va, Conte?

Conte. Niente, niente. Mescolate le carte. Ora vengo, mi ricatterò. (al tagliatore, e s’accosta a Ferdinando) Un bicchier di Borgogna. (a Ferdinando)

Ferdinando. Sentirete che vino! Regalo di madamigella. (accennando donna Aspasia)

Conte. E che viva madamigella, (assaggiandolo) Buono da cavaliere. Eh, in casa di un commissario di guerra tutte le cose

  1. Ed. Zatta: espongono.
  2. Ed. Zatta: Pace al fante.