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GL'INNAMORATI 31

SCENA VII.

Fabrizio, poi Succianespole.

Fabrizio. Sono in impegno di farmi onore. Voglio che tutti possano dir bene di me; se vado anch’io per il mondo, mi verranno incontro colle carrozze, coi tiri a sei, colle trombette. Mi dispiace che non ci ho altri che un servitore solo, vecchio, stordito. Ma farò io. I buoni piatti li farò io. Ehi, Succianespole.

Succianespole. Signore.

Fabrizio. Come stiamo in cucina?

Succianespole. Bene.

Fabrizio. È acceso il foco?

Succianespole. Gnor no1.

Fabrizio. Perchè non è acceso il foco?

Succianespole. Perchè non c’è legna.

Fabrizio. Non mi star a fare lo scimunito, che oggi ho da dar da pranzo a un’Eccellenza.

Succianespole. Ci ho gusto.

Fabrizio. Succianespole, che cosa daremo da pranzo a Sua Eccellenza? (ridente, con confidenza)

Succianespole. Tutto quello che comanda Vostra Eccellenza.

Fabrizio. Qualche volta mi faresti arrabbiare con questa tua flemmaccia maladetta.

Succianespole. Io son lesto.

Fabrizio. Lo sai fare il pasticcio di maccheroni?

Succianespole. Gnor sì.

Fabrizio. Un fricandò alla francese?

Succianespole. Gnor sì.

Fabrizio. Una zuppa coll’erbuccie?

Succianespole. Gnor sì.

Fabrizio. Colle polpettine?

  1. Gnore, in vece di signore, si dice in vari luoghi fra lo Stato Romano ed il Regno di Napoli. [nota originale]