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186 ATTO PRIMO


da avere curiosità di sapere chi è, donde viene, e a qual oggetto si tiene occulta?

Fabrizio. Che interesse ci avete voi? Qual ragione vi stimola a sapere i di lei segreti?

Cloche. Io non ci ho interesse veruno; ma son portato naturalmente a sapere tutte le novità; e quanto più ci trovo degli ostacoli, tanto più mi accendo di volontà di sapere. La sera, nelle conversazioni che io frequento, tutti da me aspettano qualche cosa di nuovo. Ho sentito di già parlare da qualcheduno di questa vostra ospite sconosciuta: si sa ch’io vengo tutti i giorni a prendere il caffè alla vostra bottega, ch’io frequento la tavola rotonda del vostro albergo, e sono in impegno di render conto di questa incognita. Se voi fate capitale di me, o mi avete a confidare chi ella è, o mi avete da facilitare l’introduzione, perchè possa rilevarlo io medesimo dal modo suo di parlare.

Fabrizio. Voi mi domandate due cose che da me non dipendono. Non posso dirvi chi ella è, perchè non lo so nemmen io; e non mi è permesso introdurvi, perch’ella non vuol nessuno.

Cloche. Come potete dire, non vuol nessuno, se io so di certo ch’ella parla, e tratta, e conversa con milord Murrai?

Fabrizio. Sì, è vero. Milord è venuto qualche volta a vederla; ma non l’ha mai voluto ricever sola; e non si è contentata della compagnia della sua cameriera, ma ha voluto che ci fosse presente mia moglie, o io, o alcun altro della mia famiglia.

Cloche. Ebbene, le parlerò anch’io in presenza vostra, e di vostra moglie, e di tutta la vostra famiglia.

Fabrizio. Orsù, signore, scusatemi: son un uomo d’onore, e mi dovreste conoscere bastantemente.

Cloche. Povero Fabrizio! voi fate due mestieri che vi dovrebbono far uomo ricco. Caffè e locanda sono due sorgenti felicissime di profitto; ma non sapete fare nè l’uno, nè l’altro. Chi è quel locandiere, che in un caso simile non sapesse trovar il pretesto per introdurre un galantuomo nelle camere di una forestiera? Chi è quel caffettiere, che non cercasse di coltivare