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194 ATTO PRIMO


Lindana. Marianna mi ama. È giovane di buon costume; ma l’amore medesimo potrebbe spingerla a palesarmi; e se Milord sa chi sono, o cieli! siamo entrambe perdute.

Marianna. Non c’è più, signora.

Lindana. È partito?

Marianna. Sull’onor mio, è partito.

Lindana. Perchè partire senza vedermi?

Marianna. Perchè gli ho detto ch’eravate spogliata.

Lindana. Altre volte si è trattenuto; non gli è rincresciuto aspettare.

Marianna. Questa volta avrà avuto maggior premura.

Lindana. Marianna, tu hai ragionato lungamente con essolui.

Marianna. Lungamente? Non mi pare, signora.

Lindana. Pare a me. Ti ho veduta. Quai discorsi si sono fatti?

Marianna. Mi ha domandato se state bene, se avete dormito bene, e cose simili.

Lindana. Ti ha egli domandato chi sono?

Marianna. Oh! questa poi è la solita interrogazione. Da che lo conosco, me l’averà chiesto trecento volte,

Lindana. E tu che cosa hai risposto?

Marianna. Che non lo so nemmen io; ch’è poco tempo ch’io sto con voi; che vi conosco per quella che mi dà il salario...

Lindana. Ah! Marianna, tu mi rimproveri col miglior artifizio del mondo. Non ti do il salario; non ti do che scarso alimento. Soffrimi fin che puoi, non mi abbandonare.

Marianna. Io abbandonarvi? Non dubitate, signora mia. Non lo farò mai. Sarei disposta, se lo permetteste, andar piuttosto a domandar la elemosina, e per voi, e per me.

Lindana. Tutte le persone afflitte di questo mondo hanno qualche speranza: io non ne ho alcuna.

Marianna. Compatitemi, signora, e correggetemi s’io dico male. Che difficoltà avete voi a confidarvi a Milord, ch’è un cavaliere sì amabile e di sì buon cuore.

Lindana. Ah! taci, per carità. Pensa a tutt’altro: questa sarebbe l’ultima mia disperazione.

Marianna. Egli ha per voi della stima; egli ha per voi dell’amore.