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IL RITORNO DALLA VILLEGGIATURA 311

Fulgenzio. Veramente la signora Giacinta è un po’ capricciosa ed ostinatella. Me ne sono avveduto allora quando ha voluto seco per forza quel ganimede. Ditemi, come è poi passata in campagna?

Leonardo. Non so che dire. Ho avuto delle inquietudini e dei dispiaceri non pochi. Finalmente poi il signor Guglielmo ha dato parola di sposar mia sorella.

Fulgenzio. Sì, sì, lo so, un altro frutto della villeggiatura. Se va bene, è un miracolo. (Oh libertà, libertà! Oh come in oggi si maritano le fanciulle!)

Leonardo. Ecco il signor Filippo.

Fulgenzio. Ritiratevi, se volete. Lasciate che io introduca il discorso.

Leonardo. Ne attendo l’esito con un’estrema impazienza, (parte)

SCENA IL

Fulgenzio, poi Filippo.

Fulgenzio. Poh! io sono inimicissimo degl’impicci; e ora mi ci trovo dentro senza volerlo. Ci sono entrato per bene, e vo’ vedere se mi riesce di far del bene.

Filippo. Oh! oh! ecco qui il mio caro signor Fulgenzio.

Fulgenzio. Ben tornato, signor Filippo.

Filippo. Ben trovato il mio caro amico.

Fulgenzio. Vi siete divertito bene in campagna?

Filippo. Benissimo; siamo stati in ottima compagnia. Si è mangiato bene: vitello prezioso, capponi stupendi, tordi, beccafichi, quaglie, starne, pernici. Ho dato mangiate, v’assicuro io, solennissime.

Fulgenzio. Ho piacere che ve la siate goduta. Ora poi che siete qui ritornato....

Filippo. Quel pazzo di Ferdinando ci ha fatto crepar di ridere.

Fulgenzio. Sì, in campagna ci vuol sempre qualcheduno che promova il divertimento.

Filippo. Si è messo in capo di far disperare quella povera sciocca di mia sorella. Sentite se è maladetto....