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LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA 65


che non ci fosse malizia, ma di voi non si può dire così. Siete avviticchiati, per quel ch’io sento, e poichè mi avete fatto entrare in cotesta danza, non ne voglio uscire con disonore. Una delle due dunque, o dichiaratevi col signor Filippo, o gli farò, riguardo a voi, quella lezione medesima che gli ho fatto rispetto al signor Guglielmo.

Leonardo. E che cosa mi consigliate di fare?

Fulgenzio. O chiederla a drittura, o ritirarvi dalla sua conversazione.

Leonardo. E come ho da fare a chiederla in questi brevi momenti?

Fulgenzio. Questa è una cosa che si fa presto. Mi esibisco io di servirvi.

Leonardo. Non si potrebbe aspettare al ritorno dalla campagna?

Fulgenzio. Eh! in una villeggiatura non si sa quel che possa accadere. Sono stato giovane anch’io; per grazia del cielo, pazzo non sono stato, ma ho veduto delle pazzie. L’obbligo mio vuol ch’io parli chiaro all’amico, o per domandargli la figlia, o per avvertirlo che si guardi da voi.

Leonardo. Quand’è così, domandiamola dunque.

Fulgenzio. Con che condizione volete voi ch’io gliela domandi?

Leonardo. Circa alla dote, si sa che le ha destinato ottomila scudi e il corredo.

Fulgenzio. Siete contento?

Leonardo. Contentissimo.

Fulgenzio. Quanto tempo volete prendere per isposarla?

Leonardo. Quattro, sei, otto mesi, come vuole il signor Filippo.

Fulgenzio. Benissimo. Gli parlerò.

Leonardo. Ma avvertite che oggi si dee partire per Montenero.

Fulgenzio. Non si potrebbe differir qualche giorno?

Leonardo. Non e’è caso, non si può differire.

Fulgenzio. Ma l’affare di cui si tratta, merita che si sagrifichi qualche cosa.

Leonardo. Se si trattiene il signor Filippo, mi tratterrò ancor io, ma vedrete che sarà impossibile.

Fulgenzio. E perchè impossibile?