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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu/406

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394 ATTO PRIMO

SCENA IV.

Evaristo e Susanna escono dalla bottega.

Candida, Susanna e detti.

Candida. Come! Ancora qui il signor Evaristo! Non è andato alla caccia? Son ben curiosa di sapere il perchè. (osserva indietro)

Susanna. La non si lagni di me, perchè le assicuro che le ho dato il ventaglio a buonissimo prezzo. (a Evaristo)

Evaristo. Non v’è più la signora Candida! (Mi dispiace che non sia qualche cosa di meglio).

Susanna. Non ne ho nè di meglio, ne di peggio: questo è il solo, questo è l’ultimo che m’era restato in bottega.

Evaristo. Benissimo, mi converrà valermi di questo.

Susanna. M’immagino che ne vorrà fare un presente, (ridendo)

Evaristo. Certo ch’io non l’avrò comprato per me.

Susanna. Alla signora Candida?

Evaristo. (È un poco troppo curiosa la signora Susanna), (da sè) Perchè credete voi ch’io voglia darlo alla signora Candida?

Susanna. Perchè ho veduto che si è rotto il suo.

Evaristo. No no, il ventaglio l’ho disposto diversamente.

Susanna. Bene bene, lo dia a chi vuole. Io non cerco i fatti degl’altri. (siede e lavora)

Evaristo. Non li cerca, ma li vuol sapere. Questa volta però non l’è andata fatta. (da sè, e si accosta a Giannina)

Candida. Gran segreti colla merciaia. Sarei bene curiosa di sapere qualche cosa. (s’avanza un poco)

Evaristo. Giannina. (piano accostandosi a lei)

Giannina. Signore. (sedendo e lavorando)

Evaristo. Vorrei pregarvi d’una finezza.

Giannina. Oh cosa dice! comandi se la posso servire.

Evaristo. So che la signora Candida ha dell’amore per voi.

Giannina. Sì signor, per sua grazia.

Evaristo. Anzi m’ha ella parlato perchè m’interessi presso di vostro fratello.