Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/209

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Nota, nella pref. alle Risoluzioni in amore, ricorda le Zelinde accanto agli Innamorati: v. Teatro comico, Torino, 1842, vol. V, p. 75). È da notare il richiamo che fa Vernon Lee: "Nelle tre commedie che portano il nome di Zelinda e di Lindoro, ci dispiega gli amori e le gelosie di un povero segretario e di una cameriera, con tanta simpatia, con tale tenera ammirazione da ricordarci vivo il quadro di Beaumarchais degli amori di Figaro e di Susanna" (Il Settecento in Italia, ed. it., Milano 1882, vol. II, p. 271. Errata è la nota che si legge a p. 286). - Cesare Levi afferma che queste commedie "conservano ancora la freschezza e la spontanea giovialità del loro tempo" (Letteratura drammatica, Milano, 1900, p. 164). - "Fra le più belle commedie del Goldoni" le ritiene Maria Ortiz (e così G. B. Pellizzaro, La vita e le opere di C. G., Livorno, 1914, p. 64): "L’essere state in origine commedia a soggetto non nocque punto loro" (Il canone principale della poetica goldoniana, Napoli, 1903, p. 51). - Fra i "capolavori" le pone V. Brocchi (C. G. e Venezia nel sec. XVIII, Bologna, 1907, p. 32). - Ma all’incontro Giulio Caprin osserva che "la trilogia di Zelinda e Lindoro e gli Amanti timidi sono indeboliti da una certa pretesa di sentimentalismo a cui il G. indulse qualche volta per compiacenza verso il nuovo genere larmoyant, ma a cui la sua arte era assolutamente negata" (C. G., Milano, 1907, p. 292). - E il vecchio De Gubernatis brontolava che l’autore "diluiva così, in una trilogia, l’azione e i caratteri della commedia Gl’Innamorati" (C. G., Firenze, 1911, p. 331). - Afferma poi H. C. Chatfield Taylor che le commedie le quali compongono la trilogia d’amore di Zelinda e Lindoro sembrano piuttosto assecondare il gusto del pubblico parigino del tempo, che dimenticare l’arte naturalistica del Goldoni. Quella trilogia lacrimosa "rivaleggia con la commedia francese contemporanea, ma rende scarsa giustizia al genio di Goldoni. Sebbene semplici nella costruzione e vivaci nell’azione, sebbene forse psicologicamente corrette nella pittura della tenera passione, mancano queste commedie di caratteristica e di atmosfera, i due elementi essenziali che fanno di G. il pittore della natura come fu proclamato dal Voltaire" (Gold., l. c., pp. 506 e 508). - Il Maddalena, più esperto di tutti e più accorto, separò dal gruppo le Gelosie di Zelinda e Lindoro e le accostò ad altre commedie goldoniane "dove la vivezza del dialogo, la tela argutamente intessuta, l’evidenza dei caratteri fanno scordare le toppe e le scuciture della veste" (C. G., nel secondo centenario ecc., Trieste, 1908, p. 22).

A Carlo Dejob la Gelosia di Lindoro parve "fort touchante dans tous les endroits où Goldoni la voulu". Sì che offerse in saggio, tradotta, quasi tutta la 6 scena del I atto, "une scène pleine de vérité et de vie", e additò le ultime dell’atto II "où il fait des accessoires un usage inconnu avant lui" (Les femme dans la comédie etc., Paris 1899, pp. 328-332). - Ercole Rivalta ebbe ad insistere sul tema della gelosia, mettendo a confronto "tre tipi magnifici" di gelosi, don Roberto nella Dama prudente, il Pantalone del Geloso avaro e Lindoro." Quest’ultimo è il meno complesso dei tre, perchè il più schietto e il più sentimentale, perchè in lui non hanno creato una doppia natura nè l’eleganza fastosa del nobile nè l’avida astuzia dell’affarista. Lindoro è il rappresentante della piccola borghesia che allora aveva ancora in sè una certa sua schiettezza di sentimento ed è il rappresentante nel tempo stesso dell’amore