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NOTA STORICA


Dopo les Aventures de Camille et d’Arlequin, dopo la Jalousie d’Arlequin, il pubblico parigino applaudiva sulla fine del 1763 la terza parte della trilogia, les Inquiétudes de Camille. Fin dal 10 dicembre l’autore scriveva al marchese Albergati: "Martedì prossimo si deve dare la terza in seguito delle altre due suddette, e sarà intitolata: L’inquietudine di Camilla. I commedianti la credono superiore alle due sorelle; se il pubblico è della stessa opinione, il terno sarà per me favorevole " (Spinelli, Fogli sparsi del Gold., Milano 1885, p. 61). I felici presentimenti si avverarono. Fosse la novità della cosa, fosse l’ammirazione per il mirabile e straordinario sforzo compiuto dal commediografo veneziano, fosse la potenza veramente drammatica di alcune scene, fosse la bravura stessa di Carlo Bertinazzi e di Camilla Veronese, interpreti eccellentissimi, il Goldoni potè godere anche in Francia, fra le vecchie mura della Comédie Italienne, un pieno e meritato trionfo. Col cuore tuttavia palpitante di gioia, il buon dottor veneziano partecipava il 27 dicembre la bella notizia all’amico Gabriele Cornei, a Venezia: "Sia ringraziato e benedetto il Cielo, ora sono contento. La terza Commedia è andata in scena oggi passato, ed ha fatto uno strepito sì grande e sì universale, che non ho termini bastanti per ispiegarlo. Le altre due avevano fatto assai, e questa ha fatto tutto. Le altre due avevano i suoi parziali, e questa ha tutti per lei. S’io vi dicessi le cose che dicono di questa commedia, con tutta l’amicizia, che avete per me, non potreste perdonarmi l’eccesso delle mie proprie lodi... Io ho sentito cose al Foyer del teatro, dopo la Commedia, che mi hanno fatto stordire" (Masi, Lettere di C. G., Bologna, 1880, p. 231). E con più calma il 10 gennaio successivo, all’Albergati: "Ora le dirò, che anche la terza commedia in seguito delle due suddette, cioè l’Inquiétude de Camille, ha incontrato estremamente, ond’ecco con tre commedie stabilita la mia reputazione a Parigi" (Masi, l. c, pp. 233-4).

Serve di degno commento alle parole del Goldoni questo frammento di Grimm, dalla Correspondance littéraire etc. (1 gennaio 1764): "J’ai eu l’honneur de vous parler des Amours d’Arlequin et de Camille, comédie que le célèbre Goldoni a faite il y a quelque mois pour le Théâtre Italien. Ce poète, aussi ingénieux que fécond, a imaginé de donner deux suites à cette pièce, qui ont eu aussi le plus grand succès. L’auteur a su, avec un art merveilleux, entrelacer les affaires domestiques de la famille du feu M. Pantalon avec les affaires de coeur d’Arlequin et de Camille: car ce testament du défunt produit dans le cours de la pièce une transaction entre la veuve et le fils du testateur, à laquelle Arlequin et Camille accedent. Cette piece est un chef-d’oeuvre de naturel, de vérité, d’imagination et de finesse, mais il faut la voir jouer, et il n’est pas possible d’en donner une idée par un extrait. Il y a quelques scènes si vraies et si pathétiques entre Arlequin et Camille, qu’on ne peut s’empecher de pleurer à chaudes larmes; il est vrai quelle a été parfaitement bien jouée. Si vous voulez savoir quels sont les meilleurs acteurs de Paris, je ne nommerai