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112 ATTO TERZO

Corallina. Batocchio? (con affanno)

Garzone. Sì, signora, Batocchio.

Corallina. (Povero Arlecchino!) Siete stato forse voi che l’ha maltrattato? (con isdegno)

Garzone. Non signora, non sono stato io, anzi per sua cagione ne ho buscato la parte mia. Sono stati quattro Inglesi quelli che lo han regalato.

Corallina. E per qual causa?

Garzone. Perchè il signor cavaliere, con sua e vostra permissione, è un impertinente. Sono capitate delle donne. Il signor cavaliere è saltato in furia, le voleva tutte per lui, si è messo come un diavolo per averle. Gl’Inglesi l’hanno sfidato, l’hanno battuto, e se non fuggiva, ci sarebbe forse restato.

Corallina. (Mortificata) Questo signor Batocchio voleva domesticarsi con delle donne?

Garzone. E in che maniera! Io non ho veduto un uomo più effeminato di lui.

Corallina. Oimè! non posso più, mi vien male. (siede)

Garzone. Che cos’è stato? Lo conoscete questo signore? Vi appartiene egli per qualche cosa?

Corallina. No, no, non lo conosco, non so chi sia. (Povera me! Sento che la gelosia mi divora). (da sè, con affanno)

Garzone. Ma avete bisogno di qualche cosa? Volete del caffè, del rosolio, del vino di Spagna? Vorrei pure soccorrervi, se potessi.

Corallina. Non ho bisogno di niente.

Garzone. (Eppure ci dovrebbe essere qualche imbroglio; avviserò la padrona). (da se) Se volete qualche cosa, chiamate. (parte)

SCENA VII.

Corallina sola.

Briccone! Indegno! (alzandosi con impeto) Ha cominciato questa vita a Parigi, e la continua a Londra egualmente. L’ho tirato di là, sperando che cambiando cielo cambierebbe costume, ma fa lo stesso qui ancora, e farà lo stesso per tutto. Ecco il frutto dei