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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 129

Corallina. Ditemi, per carità, avreste sentito per avventura in questo paese mentovar il nome di un certo Arlecchino delle vallate di Bergamo.

Pantalone. No, in verità, no l’ho mai sentìo nominar.

Corallina. (Eh lo diceva, è inutile ch’io me ne lusinghi).(da sè)

Pantalone. Xelo qualche so parente?

Corallina. È mio marito, signore. (sospirando)

Pantalone. Coss’è sta? l’alo lassada? xelo andà per mar? xelo stà fatto schiavo?

Corallina. Con più comodo vi narrerò la serie delle mie sventure. Per ora vi supplico di procurarmi un asilo.

Pantalone. La vegnirà con mi, la starà con mi. Son cognossù, son respettà in sto paese, e no l’averà gnente da dubitar.

Corallina. IL cielo ricompensi la vostra bontà.

Pantalone. Ma la me compatissa, avanti che m’impegna per ella, xe ben giusto che la me diga chi la xe, come che la se trova in sto liogo, chi l’ha menada, chi l’ha conseggiada, e cossa che la pensa de far.

Corallina. È giusto quel che voi domandate. Sappiate, signore, ch’io sono.... (si sente rumore nella moschea)

Pantalone. Coss’è sto strepito?

Corallina. Che rumore è questo?

Pantalone. Andemo, retiremose qua in sta bottega. La me conterà la so istoria. Intanto vederemo cossa che nasce, e se el passo sarà libero, andaremo a casa da mi. (la prende per la mano)

Corallina. Oh cieli! La mia disgrazia mi seguita per tutto.(partono)

SCENA V.

Si spalancano le porte della moschea, escono i Mori furiosi, due de’ quali tengono per le braccia Arlecchino. Si uniscono le due Guardie ed accorrono al rumore. Altri Soldati da varie parti.

Arlecchino. (Dimenandosi con forza, tenta di liberarsi dai Mori, ma questi lo tengono forte ed i Soldati minacciano di ammazzarlo. Lui vorrebbe avere le mani in libertà per girare l’anello, sperando che