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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 141


più li mio caro Arlecchino, non vedrò più il mio nativo paese, non godrò più la mia pace. A che mi serve questo resto di vita misera, lagrimosa, dolente? Eh, finiscasi di pensare una volta. Trionfi il Genio perfido intieramente di me. Se non ho saputo vivere in pace col mio caro marito, voglio terminare i miei giorni com’egli ha finito i suoi. Ah sì, vuò morire com’egli è morto. Voglio seppellirmi in quell’onde. Deh numi tutelari di queste spiaggie, raccogliete il mio spirito, e portate il mio corpo al mare, e unitelo a quello del mio adorato Arlecchino. Coraggio, Corallina, coraggio. Termina i tuoi tormenti colla tua vita, e serva il tuo triste fine d’esempio a chi si abbandona alle lusinghe del Genio seduttore, ribaldo, (corre per gettarsi nel fiume, dal quale esce in una conca marina il Genio Buono.)

SCENA VII.

Il Genio Buono e la suddetta.

Genio Buono. Che vuoi tu far, sconsigliata?

Corallina. Oh cieli! Voi venite ad accrescere la mia pena. Voi mi fate arrossire; non ho coraggio di sostenere la vostra vista.

Genio Buono. Il rimorso che voi provate in veggendomi, non mi dispiace, e il pentimento vi potrebbe ancora render felice.

Corallina. No, andate. Non vi è più rimedio per me.

Genio Buono. V’ingannate. La speranza non è perduta, ed il rimedio non è lontano.

Corallina. Perduto il mio caro Arlecchino, che mi resta a sperare? Che mi resta a desiderare?

Genio Buono. Pentitevi di non avermi ascoltato, detestate il Genio da cui vi avete lasciata condurre, e può essere che ricuperiate quanto avete perduto.

Corallina. Posso sperare di ricuperar Arlecchino?

Genio Buono. Questo ancora sperar potete.

Corallina. Ah giuro e prometto, che se ricupero il mio caro marito!...