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Marta. Sento gente da quella parte, veggiamo se fosse lui. (si accosta alla porta dell’appartamento di Geronte) No, è il signor Dorval. (a Valerio) Non vi fate veder per ora. (ad Angelica) Voi restate qui, raccomandatevi al signor Dorval che è amico di vostro zio, (a Valerio) e voi venite meco nella mia camera sino al ritorno del mio padrone. (parte con Valerio)

SCENA XII1.

Angelica, Dorval.

Angelica. Comincio un po’ a respirare. Valerio mi ama veramente di cuore, e se egli s’interessa per me e per mio fratello, spero che le cose nostre cambieranno d’aspetto.

Dorval. (Da sè) (Ecco Angelica. Ella è sola. Vediamo un poco...) (ad Angelica facendole un saluto) Signora.

Angelica. Vi son serva.

Dorval. Avete veduto vostro signor zio? vi ha detto egli qualche cosa, che vi riguarda particolarmente?

Angelica. Lo ho veduto non ha molto tempo; ma non mi ha detto niente di particolare.

Dorval. (Da sè) (Ella non sa ancor niente).

Angelica. Scusatemi; parmi, a quel che dite, che debba esservi qualche novità per me interessante.

Dorval. Vostro zio vi ama teneramente.

Angelica. Egli ha molta bontà per me.

Dorval. Ei pensa a voi seriamente.

Angelica. Reputo ciò a mia fortuna.

Dorval. Ei pensa... ad accasarvi.

Angelica. (Non fa che accennare la sua modestia.)


  1. Ecco il principio della scena XVII nella traduzione del Candoni: Ang. (Che farò io qui col signor Dorval?.. Posso andarmene) (da sè) Dor. Madamigella, madamigella. (ad Angelica, che sta per partire) Ang. Signore. Dor. Avete veduto il vostro signor zio? V’ha egli detto nulla? Ang. L’ho veduto questa mattina, o signore. Dor. Prima che uscisse di casa? Ang. Sì, signore. Dor. E ritornato? Ang. Non, signore. Dor. Buono! (La non sa ancora nulla). Ang. Signore, vi chiedo scusa. Evvi qualche novità, che mi riguardi? Dor. Vostro zio vi vuol bene ecc.".