Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/411

Da Wikisource.

403


Giacinto. Bene. Obbligato alla generosità del signor Conte, (a parte) (Che ingratitudine! che sordidezza! ma me la pagherà, suo malgrado). (parte)

SCENA IV1.

Il Conte, Frontino, poi Fiorillo.

Conte. Un convitato di meno... ma vediamo un poco se questa malattia... (in atto di partire)

Fiorillo. (Dì dentro) O di casa. Non vi è nessuno?

Frontino. (Al Conte che si trattiene) Ah, ah, questi è Fiorillo. Il servitore del signor marchese.

Fiorillo. (Coi stivaletti da viaggio) Signore, il mio padrone non tarderà ad arrivare. Io son venuto innanzi a cavallo, come vedete, per prevenirvi che egli verrà qui a discendere colla sua carrozza.

Conte. (Freddamente) Verrà a discendere da me? Colla sua carrozza? Vien egli a Parigi per trattenersi?

Fiorillo. No signore. Ei partirà domani mattina per Versaglies: egli ha degli affari alla Corte.

Conte. (Da sé) (Buono, buono), (a Fiorillo con affettazione) Spero che il signor marchese mi farà l’onore di alloggiar da me questa notte col cavaliere suo figlio. Circa alla marchesina, parlerò a mia sorella, e son certo che ella si recherà ad onore di offrirle un appartamento.

Fiorillo. La signora marchesina del Bosco non verrà qui con suo padre. La contessa d’Orimon, sua zia, la conduce nella sua carrozza, e l’alloggierà in casa sua.

Conte. Ciò mi rincresce. Ma, in ogni maniera, spero che avrò l’onor di vederla. (parte)

  1. Corrisponde alle scene 4 e 5 del manoscritto francese.