Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/429

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Eleonora. Non vedete? Il cavaliere. (in atto di ritirarsi

Dorimene. Sì, sì, andate. Farete benissimo.

Eleonora. (Da sé, ritirandosi lentamente) Muoio di volontà di restare. (si ferma di lontano

SCENA X1.

Il Cavaliere e le suddette.

Cavaliere. (A Dorimene) Signora (da sé, scoprendo Eleonora) (Cieli! Eleonora mi vede e parte?)

Dorimené. (Al Cavaliere che guarda fissamente Eleonora) Che vuol dire, signor cavaliere... (voltandosi e scoprendo Eleonora) Madamigella vostra madre vi aspetta.

Eleonora. (Distante e con timidezza) Signora, vi domando perdono, avrei ancora una parola da dirvi.

Dorimené. Ditela. Spicciatevi.

Eleonora. (Piano, accostandosi a poco a poco a Dorimene) Quelle gioje spero non ritornéranno più.

Dorimene. No, no, non dubitate. Non ritornéranno più.

Cavaliere. Signore, s’io sono d’incommodo, me né anderò.

Dorimene. (Un poco alterata) Come vi piace, signor cavaliere.

Cavaliere. (Da sè, allontanandosi un poco) Mi trattano un poco troppo severamente. (va verso l’appartamento)

Dorimene. (Ad Eleonora, con ironia) Ebbene, madamigella, avete ancora qualche altra cosa da dirmi?

Eleonora. No, signora, ma...

Dorimene. Ma che?

Eleonora. Il signor cavaliere che cosa vi ha fatto?

Dorimene. (Sorridendo) In verità, voi mi fate ridere.

Eleonora. Oh! io... non rido.

Cavaliere. (A Dorimene, ritornando indietro) Mio padre non è nell’appartamento. Sapreste dirmi, signora, dove egli sia?

Dorimene. Egli è andato da vostra zia: andate, andate ancora voi, e colà lo ritroverete.

  1. Scena II, modificata.