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SCENA XII1.

Il Conte ed i suddetti, poi Frontino.

Conte. (A parte) Eccoli qui per l’appunto. Convien finirla, è forza determinarsi, (ad Araminta) Vi aveva fatta pregare, madama....

Araminta. Io era incamminata verso di voi. Ho qui incontrato il signor marchese....

Marchese. (Al Conte) Sì, signor conte... vi dirò...

Conte. Perdonate, signor marchese. Presentemente ho qualche affare con madama Araminta. (ad Araminta) Signora, il notaro non tarderà a qui venire, e noi sottoscriveremo il contratto.

Araminta. Come! voi persistete ancora nelle pretensioni sopra mia figlia? Non ci avete voi rinunziato?

Conte, No, signora. Il progetto di cui vi veggio istruita, e di cui mia sorella probabilmente vi avrà fatto parte, era concepito con delle condizioni onorevoli per voi, e per me: ma il signor marchese disapprova...

Marchese. (Al Conte) Ma... ascoltatemi... voi m’avete domandato... Sì, avrei anche.... perchè no? Ma.... fatemi grazia bene, bene, benissimo, non andate in collera... centomila lire di diamanti, e neanche un grano di biada?

Conte. Ma che vuol dire questa biada che voi non cessate rimproverarmi? Chi può comprendere quel che volete dire? Signore mie, vi comprendete voi qualche cosa?

Dorimene. (Piano al Conte) Ah! fratello mio, il vostro cocchiere avrà rifiutato, può essere...

Conte. (Al Marchese) Come! hanno negato forse il nutrimento a’ vostri cavalli? Sarò io responsabile della indiscretezza de’ miei cocchieri? Passerò per questo per un avaro? Io un avaro! (a parte) (Ah! i miei servitori han parlato. La mia riputazione è in pericolo).

  1. Questa scena e la seguente corrisponderebbero all’ultima dell’originale, ma l’autore modificò in parte lo svolgimento finale e rifece tutto il dialogo.