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I sandali della Diva 47


Una sera, mentre si era a tavola, arrivò un lungo telegramma.

La Baronessa ebbe tale gesto e tale espressione che Ortensia posò la zuppiera e si portò dietro le spalle della padrona, a leggere tranquillamente.

— Signora, che succede mai?

— Il maresciallo col suo segretario. Saranno qui tra due ore. Ripartiranno subito; bisogna mandare il landau alla stazione.

— Ma che succede mai?

— Niente; certo per la pensione.

— Signora, le raccomando, non desista!

— Cara mia, con i tempi che corrono, cinquecentomila in contanti mi fanno più comodo che ventimila d’assegno.

— Pensi a quello che fa!

— Ci penso, non temere. Fa che tutta la casa sia in ordine. Fiorenzo metta la livrea.

— E lei come si veste?

— Già, come mi vesto? Infagottata in questo crepo odioso, no. Metti fuori la tunica di Tisbe, quella viola, con i sandali viola; mi sta bene ed è a lutto lo stesso.