Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/173

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parte prima - capitolo xxvii 167

a pranzare con lei, e basterá solo ch’ella misuri i tratti della sua tenerezza a tale che questi non possano disturbare la di lui educazione e scolastica disciplina.

Con questi vocali sacri impegni reciproci, io fui il ministro che staccò dal seno materno il figlio, e che lo condusse al collegio.

Una tremante sforzata virtuosa intrepidezza del giovinetto in una tale separazione mi disse chiaro ch’egli doveva coll’andare degli anni retribuire, con una condotta degna degli onori della sua patria, alla virtú della madre e alle beneficenze del zio.

La morte sola, che non ha rispettata l’etá né della madre né del zio, poteva ingannare i miei pronostici veraci riguardo ad essi. Né la madre né il zio furono a tempo di godere il frutto de’ loro affetti e delle loro attenzioni, essendo la madre dodici e il zio quindici anni circa, dopo quel punto, mancati di vita.

Il giovine patrizio Paolo Balbi, uscito da’ suoi studi, viventi ancora la madre ed il zio, abitava con questo, ma visitava quella ogni giorno, ed ebbe la buona armonia sempre mai perseveranza tra i due cognati ed il giovine cavaliere.

Adorno questi d’un genio indefesso per lo studio, la sua morigeratezza e ritiratezza opposte alla corruzione del secolo, il suo intelletto, il suo bell’animo, la inaccessibile sua probitá e rettitudine, la sua commiserazione per gli oppressi, il suo carattere adattato all’indole della patria sua, l’aria sua gioviale, aperta e filosofica, la sua riflessiva facondia, gli aprirono la via facile ad occupare un posto ed indi ad essere contraddittore ne’ rispettabili congressi delle Quarantie; né si dee dubitare che la giustizia de’ suoi concittadini patrizi non lo elevi a meritati gradi piú luminosi.

Fui dunque ammogliato nel modo che ho detto, da delle voci che bramarono di fare de’ pregiudizi alla dama sopra accennata.

Moltissime cose, sparse da delle lingue maligne, irritate e vendicative, sono credute e narrate per vere, e sono vere come questo mio matrimonio. Dal canto mio averò sempre del rossore a lasciarmi indurre a credere con facilitá per vere delle cose che possono danneggiare il mio prossimo, conoscendo con fondamento che l’origine loro è l’irascibile e la mala intenzione de’ vari strani caratteri de’ mortali.