Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/189

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parte prima - capitolo xxxi 183

moglie defunta, e che doveva restituire a noi fratelli e sorelle, seguita la di lui morte.

Giunse anche questo caso a farmi dicervellare. Ricuperai con qualche controversia forense quanto era ricuperabile, e divisi il ricuperato com’era debito di giustizia.

Mio fratello Gasparo aveva ottenuto in quel tempo un uffízio dagli Eccellentissimi Riformatori dello Studio di Padova, uffizio fruttante oltre a seicento ducati l’anno, ed aveva di quando in quando delle gratificazioni pecuniarie da quella grave magistratura, per le sue estraordinarie occupazioni. Ciò prova che la letteratura, la quale cerca mercede, non è del tutto abbandonata in Venezia.

Oltre a ciò, egli s’era aperta una via lecita, che sembra impossibile, per vedersi dinanzi de’ zecchini, in riparo de’ disordini del teatro condotto ed abbandonato per la strage sofferta. Non v’era sposalizio o monacazione de’ Grandi della nostra repubblica, o elevazione a doge, a proccuratore o a gran cancelliere, che non fossero commesse a questo mio fratello le orazioni e le raccolte di poesie, piú necessarie al costume che alla lettura; e cotesti Grandi s’erano fatta una legge, che dava splendore alle loro famiglie, di presentargli in dono cento zecchini ogni volta ch’egli aveva avuto questo pensiere, i quali zecchini però niente o poco giovavano al pover’uomo, perché nelle sue mani mettevano l’ali.

Questi ragguagli non hanno che fare colle Memorie della mia vita, ma danno lustro alla mia patria, e non sono in tutto fuori dal mio proposito. Le mie composizioni poetiche, che si stampavano colle raccolte, le quali avevano un aspetto di novitá e d’urbana satira sul costume, erano lette volentieri, e m’era acquistato per disgrazia nome di buon poeta e buon scrittore. Molti gran signori cercarono d’appoggiare a me le premure loro e di farmi divenire raccoglitore. Essi non sapevano che aveva sposato il verso del Berni:

Voleva far da sé non comandato.

Ogni volta che mi si fece l’onore di parlarmi perch’io accettassi quest’uffizio, mi sono schermito con civiltá, inviando a mio