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parte prima - capitolo iv 47


Alcuni di que’ signori avevano conosciuto mio fratello Francesco a Corfú. Parvero sollevati dal peso della loro curiositá conoscendomi, e con molte esclamazioni di giubilo mi esibirono la loro militare amicizia.

I miei ringfraziamenti furono umili e di poche sillabe. Mi giudicarono nel cuor loro un giovane imbrogliato, niente uffizioso, e superbo. S’ingannavano e lo confessarono qualche mese dopo. Ero raccolto a esaminare i loro caratteri per ben conoscerli e per bilanciare la mia condotta. Una penetrazione efficace e rapida che Dio m’ha concessa, ed un raccoglimento imperturbabile, scopersero nel giro di poche ore in quel drappelletto degli onest’uomini nobili e ben educati, de’ nobili rovinati dalla pessima educazione, e dei plebei puntellati dalle protezioni.

Il vizio del giuoco, della intemperanza e delle sbrigliate lussurie campeggiava quasi in tutti.

Piantai le mie regole di societá, e non furono sfortunate. Le mie pratiche confidenziali furono poche e durevoli.

Vidi essere nelle genti d’armata i vizi sopra accennati cancrene incurabili. L’orrore che avea concepito per quelli nel corso della mia educazione, i riflessi alla mia salute e alla mia borsa di poco peso, m’aiutarono. Parvemi di non doverli adottare, e parvemi di non dover essere un zelante declamatore contro a quelli. Seguendo esattamente questa regola, mi riuscí d’essere, coll’andare del tempo, amato da tutti universalmente.

Invitato dalle combriccole militari alle adunanze d’incontinenza, a’ festini di femmine da piacere, non feci lo schizzinoso, e fui sozio con una pronta condiscendenza.

Senza abbandonarmi a’ brutali trasporti che tirano addosso a’ mortali de’ pentimenti, de’ rimorsi e de’ certi castighi naturalissimi, fui ognora il ragazzo piú allegro di quelle smoderate combriccole.

Contentandomi che alcuno de’ miei compagnoni, provetto, oppresso ma non vinto dal mal francese, mi desse il titolo di rattenuto scioccherello privo de’ veri gusti, risi dell’ebbrezza altrui, studiai de’ differenti geni, esaminai degli animaleschi