Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/135

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io8 < Nel definire t agente e t oggetto dd rerbo dicemmo questi DOG essere mai precedati da alcuna preposizione; al che contraddicono i primi tre esempj; ma pure vedremo che, sebbene per forza dell* uso che perde la traccia onde de- riva n ridee, i nomi spiriti^ uomini^ borse y e cintole ^ facciao r ufficio d* agente e d*oggettO| pure sono qualificanti d* un nome sottinteso. E primieramente, perciò che spesso si con- fondono i due casi che abbiamo esposti, mostreremo perchè ne* primi tre esempj i nomi accennati siano preceduti per de delle^ degli^ e negli altri tre non sono né debbono esse- re preceduti dalla preposizione e dair articolo* Gii agenti €Us^ ini spiriti B uomini 9 e gli oggetti borse e cintole portao la preposizione e 1* articolo, perchè non solo la qualità del- le cose, ma si esprime anche una certa quantità; come si può vedere supplendo le parole che sono idealmente sottintese, alcuni nel primo e nel terzo esempio , e niuna pros^isione nel secondo. I nomi giardini^ pratelli^ luoghi^ agenti del ver- bOf epane^ acqua^ donne ^ oggetti, non sono intesi a dinotar quantità di sorte alcuna, ma solo la qualità delle cose. Dunque si farà uso delia preposizione di e deirarticolo con r agente o con T oggetto del verbo, quando si vorrà e- sprimere alcuna quantità benché vaga e indeterminata; e si metterà il nome solo allora che non farà di mestiere d*altro che di accennare la qualità della cosa. Benché 1* aggettivo alcuno si sottintenda nel primo casoi ciò non toglie che vi sia differenza fra i^* eremo alcuni uomini^ e if^eran degli uo- mini; questa maniera è più vaga e indefinita nel numero ap- punto per la ellissi* Quanto ali* articolo che si unisce alla preposizione di nei tre esempj, la ragione è che il nome è determinato nella specie ; perchè non solamente alcuno