Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/147

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tao sto trovai, se non errOt la ragione di questa apparente con- traddizione, nello allegato esempio di Dante. L* aggettivo certo^ che ci vien dal LatioOi se pur non è antichissimo e- trusco, per analogia significa anche nùto*^ perchè Y una idea comprende T altra; onde il concetto contenuto nella espres- sione cerio oolofc , e certo segno^ è uH colore e un segno noto al dicitore per alcuna sua parlicolariti, ma pur lascia- to indefinilo. £ quando uom dice: Conoscete un certo^un tor le ecc; egli suol far seguire a questa espressione altre pa- role determinanti quella persona , per renderla quindi nota aoche air uditore; si che si viene a deteraùnare quel cfa*era indeterminato ; perchè iu questo caso la voce certo è per se vaga e indefinita. Ora, sì come dicendo, per esempio, alcuni sono i quali ecc., questo alcuni^ come tutti gli aggettivi on«  de si è trattato nel presente capitolo, è indeterminato; cosi, per analogia che è tra V un vocabolo e V altro, s* è detto certi per alcuni , come dimostra V esempio del Boccaccio. Ecco in quel modo una parola che per sua natura significa cosa notissima, insensibilmente è passata ad esprimere ap- parente incertezza; e perchè il senso della voce e Tespressio- ne tenzonan nello intelletto. Questa concatenazion d*idee io espongo a chi legge, acciò cli’ei possa poi trovare da per se ciò che mancasse in queste carte, e non tacci V opera dì di- fetto per non vi si trovare ogni cosa ; che per questo modo di ragionare ben gli avrò largito il disio di conoscere ogni perchè; ma gli ho dato ancora la chiave di disserrare qua- lunque piiì recondito segreto della lingua. O)rollario. Che è la conseguenza di un tal ricercare per entro alla sostanza de* vocaboli , e a* concetti delle espres- sioni ? Egli è questo, che io, per esempio, mi sarei ben guar-