Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/155

Da Wikisource.
128

I primi esempj ne insegnano che nello indicare la genealogia, o vero la successione delle famiglie, le divisioni delle parti delle opere letterarie, in somma, in tutte le cose nelle quali si voglia fermare l’ordine successìvo, si fa uso del numero ordinale. Vero è che io truovo in una postilla del Davanzati: Come si dice nel libro quindici di questi annali; ove è usato quindici e non decimoquinto o quindicesimo; ma a me par francesismo. Le ore si contano coi cardinali; è un’ora, son le due, le tre, ecc. La data del mese, fuor che per lo primo giorno, si segna pure col numero cardinale; il quale, in questo caso, vuol l’articolo li. Con l’articolo si può anche mettere la preposizione a, come dal quarto esempio si mostra.

1. Tutti e tre parimente gli amasva B. 2. Si spogliarono tutte e sette. B. 3. Era in pericolo di perdere tutti due i figliuoli. 4. Poteva essere, poichè noi eravamo tutti due nati a un tempo. F. 5. Questo è certo ch’ella v’ha invitato tutti a due. F. 6. Tutti a due tirate a un segno. F.

L’ordine intero delle espressioni tutti e due, tutti e tre, ecc; si è tutti e sono due, tutti e sono tre. Si dice anche tutti due, tutti tre; tutti a due, tutti a tre; la prima maniera è la più usata.

II Bartoli e l’Amenta non sanno che diavolo ci faccia questa e tra il numero e la voce tutti; e non ce la vorrebbero ; ma in questo caso si vede bene che la voce tutti comprende un numero circonscritto; onde viene la conseguenza che si debba definirlo; e questa definizione s’aggiunge alla voce tutti per mezzo della congiunzione. L’idea, dunque, compresa nel primo esempio è: Gli amava tutti, e voi sapete che e’ sono tre; e a me riesce maniera assai più rego-