Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/161

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i34 alla persona di cui si richiede raltenzionei signor mio^ a- mica mio^ padre mio. i. Chi fu tuo padre ? B. :i.A meptuve^ come io ti ^i^ dif vedere il padre mìo. B* 3« Fratel mio^ questa è mìjì fi- gliuola. B. 4* J^o sono lA TXJA sventurata figlia. B. 5. Io son deliberato di far quel che vostra Eccellenza deside-- ra. Caro. 6. Senza altro consiglio prendere^ pose i sua fi’- gliuoli a cavallo. B. Dissi che talvolta il possessivo tien laogo di segno di- mostrativo, cioè d* articolo e di determinante; il che si di- scerne nel primo esempio. In fatti, pongasi il possessivo do- po il nome, come fa il Boccaccio nel secondo esempio, e se ne vedrà la prova : chi fu il padre tuo? Ecco che in que- sto caso r articolo è necessario, perchè nn nome determi- nato vnol esser preceduto dall’ articolo o dal segno dimo- strativo medesimo. Il possessivo ha Tegual valore, vale a di- re che può far senza Tarticolo, ogni qual volta preceda a un nome di parentado nel singolare, come padre^ madre^ fra* tello , sorella , ecc. , eccetto donna per moglie , e ^yosa ; o sia dato ad alcuno dei titoli eccellenza , eminenza , altez- za^ maestà ecc; vedi il terzo e il quinto esempio. Il Boc- caccio ha molto spesso deviato da questa regola; per esem- pio, dice: Il tuo padre ti manda questa per consolarti^ Di’ scretamente in ciò ha ii mio padre adoperato^ Io intendo di torre via tonta la quale egli fa alla mia sorella. A me pare che stia bene V articolo al possessivo precedente an nome di parentado singolare, quando si voglia fare una e- spressione afifettnosa, o ironica, o simile. Il quarto esempio dimostra che l’articolo è ancora necessario , se tra il nome di parentado singolare e il possessivo trovasi un altro ag-