Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/172

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i45 strativo, il quale ha una virtù di più che Tarlicolo ; e que- sta è di rappresentare più sensibilmente le cose alla mente, £ in tal caso v*è sempre intesa una tacita determinazione co- me ne* due primi eseropj ; cioè che tu sai^ o di che astrai udito parlare’^ o vi è espressa, come nel terzo , ove il ghiot- tone che cosi dice accenna con la mano la propria gola. In tutte e tre quelle proposizioni adunque si può sostituire Tar- ticolo al dimostrativo. I • Levatasi la laurea di capo » quella pose sopra la testa a Fìlostrato* B. 2. Ho fatte mie piccole mercatanzie 9 e in QUELLE ho desiderato di guadagnare. ’h* Z. Sentendo li fatti suoi molto intralciati , pensò quegli commettere a pia persone. B. Quello « quella , quegli^ e quelle^ si usano spesso in luogo dei pronomi /o,/a, le^gli^ne^ quando si parli non di persona, ma di cose, a dar maggior valore al nome che rap- presentano , per la ragione che queste particelle non pos- sono portare la enfasi; e per conseguenza quei dimostrati* vi si adoperano massime quando una preposizione deve pre- cedere il pronome. Dunque nel primo esempio quella , in luogo di la^ rappresenta il nome laureata nel secondo, quel’ le corrisponde con mercatanzie*^ e quivi per la preposizio- ne il pronome le non potrebbe aver luogo; nel terzo quegli in luogo di gli si riferisce a fatti. La virtù e V efficacia del dimostrativo quello^ usato in tal modo a guisa di pronome, era si poco sentita prima del- la riforma della lingua, che non si trovava più se non nelle scritture antiche; ma come tutti i pronomi, in italiano ama- no una semplice particella uon abile alla enfasi, e un* altra Toce che la porti, come lo e lui , la e telagli e loro^ per le