Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/173

Da Wikisource.

i4o persone, cosi anche per li pronomi che rappresentinole co- se egli è ana ricchezza di lingua V averne due; e questo uf- ficio Io fa il dimostrativo quello, co’ suoi dipendenti quel- la, quelli^ e quelle* I • Lapwertà è esercitatrice delle virtà sensitii^, e de- statrice dei nostri ingegni, là dove la ricchezza e quelle e QUESTI addormenta* B. a. Che, altra potenza è quella che Vascolta, Ed altra è quella cK ha V anima intera’^ que- STA è quasi legata, e quella è sciolta. D* Questo e quello servono anche a ricordare, neirordiae delle parole, la più lontana è la più vicina. Quello si riferì- sce alla cosa stata nominata la prima, che, in fatto, neli*or- dine delle parole, è più remota; e questo richiama la secoiH da, che è più vicina al punto da esso segnato. Entrati nella chiesa, sfiderò questo letto così mora- tiglioso e ricco, e sopra quello il cavalier che dormiva, fi. Si potrebbe domandare perchè in questo esempio è usato prima questo e poi ^^i^/Zo, a dimostrare il medesimo oggetto letto. La ragione è che nel primo caso il dimostra- tivo è aggettivo, e nel secondo è pronome, come poco avan- ti dicemmo; alla qual particolar qualità di pronome ^ue^fo non è atto. Questo può bensì, come già vedemmo, qual pro- nome rappresentare una intera proposizion precedente; ma pure, avvenga che questi vocaboli ritengan sempre lor na- tura originale di ricordare Y uno le cose vicine e V altro le lontane, dico che, nel primo caso si usa questo, perchè di- nota il soggetto del discorso, che è presente ali* immagina- zione; nel secondo T Autore adopera quello per portar r immaginazione nel tempo passato, e nel luogo che Y ac- cidente avvenne; perciò che, quando il dimostrativo non si