Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/184

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i57 simi periodi la voce ipmle è ripetuta cinque volte; ma, non è egli vero che, ae in tuogo del secondo quale si ponesse che^ e al quarto si sostituisse essa^ cioè ed essendo essa^ si ver- rebbe a togliere quello sconcio, e scorrerebbero i periodi con migliore armonia ? Oi queste ripetizioni il Decameron trabocca. Ecco un esempio di che soverchiamente ripetuto. Le quali ( cortesie ) molti si sforzano di fare cbe , ben CHE abbian di cbe^ sì mal far le sanno^ che prima le fanno assai più comperar cbe non vagliono^ cbe fatte Vab' biono; PEECBÈ^ se loro merito non ne segue ^ né essi né al-' tri maravigliar se ne dee. B. La varietà de* congiuntivi i quali iu molti casi V uno air altro senza mutar senso si possono sostituire, non fu trovata da primi institutori del nostro sermone perchè se ne stesse oziosa; e senza dubbio il porre in certe occasioni piiì tosto r uD che r altro rende lo stile assai più piacevole e chiaro, e serve anche ali* espressione. In questo breVe pe- riodo sono sette cA^; e io ho diviso la seconda congiunzio- ne in ben che^ affin che si legga ben che abbian con T ac^ cento sopra ben e sopra a6; altrimenti si sentirebbero tre che alla fila con accento; e quando s'avvengono due con- giunzioni cotali; /perciò che^ benché io abbia ecc; io metto in laogo di questa o sebbene o quantunque^ o dico ben ch^io abbia per non fare la subita ripetizion del che. Ora, ecco come, a togliere la ridoìidanza di questa voce nello allega* lo esempio; io lo esprimerei^ 9enza alterale Jl senso: „ Cui (le cortesie ) molti si sforzano di fare, i quali, ben che abbian di che^ sì mal far le. $anno, che^ prima d'a* verle £itte, le fanno comperare assai jòm che non vagliono; onde, se loro naerito <io.n n^ segue ecc., ,ì