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i83 qDesta mia opera, non sia potuto incorrere lo medesimo in alena modo di dire straniero o in alcuno errore; e in ciò io Yorrei che altri fosse così severo con me, come io son con altruii facendomene accorto, sì che roen potessi guardare. DEI PRONOMI rt E Ct u Non ifi è nessuno di loro che n pensi. B* d. Io , idla mia puerizia^ t animo vt disposi. B» 3. Egli i^* èpia-- ciato e piace che io tolga moglie^ io mi vi son disposto. B. 3. Domandandolo (lo Democrate) Alessandro di quello che quelli abitatori visiBrebbero^ rispose non ci afer pensato. M. 3. Non vi CI avvezzate. F. 6. Augusta ct è intinta^ Cesa^ re in segreto è per te. Dav. 7. Erjìcì interessato egli e la tnadre. Dav« Il pronome vi rappresenta il dativo solamente, e sem« pre si riferisce a una proposizione , o alla cosa di cui si è precedentemente parlato; dunque comprende le parole a (fuesta cosa; il qual officio si fa anclie dal pronome ciò co- me vedremo asuo luogo. Nella prima edizione io aveva trop« pò confidentemente spacciato che il pronome oi che qui si produce non si trovava in altri che nel Macchiavello ; e quasi r aveva condannato quale error popolare ; ma ora mi ricredo, e confesso che mi maraviglio come non mi ri- cordassi di questi ci esserne piena la Sporta del Gelli. Ma, piacemi che anche nella prima edizione aveva posto quella concessione che chiude il ragionamento precedente ; non però che altri me n* abbia fatto accorto. Vero ò che nei Tre non si trova, io non ve V ho scorto ; ma in ciò mi bastano i testi qui citali; perchè il pronome ci mi par che esprima un* idea, non solo di tendenza a una cosa ^^ioè il dativo come vif ma anche quella di concentrazione; onde cor- J