Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/216

Da Wikisource.

189

il Perticari (non scorgendo io alcuna differenza ne’ loro stili) mi stravolgono le idee in modo, che ogni qual volta mi vien di citare una lor frase per esporre un solecismo mi bisogna racconciare altri sconci.

DEL PRONOME SE O SI


1. Così s’amavano come se stati fossero fratelli. B. 2. È più laudabile l’uomo che dirizza se e regge se, mal naturato, contro l’impeto della natura, che colui che, ben naturato, si sostiene in buono reggimento. D. 3. Diciamo bello il canto, quando le voci di quello, secondo il debito dell’arte, sono intra se rispondenti. D. 4. Ciascuno aveva e castella e vassalli sotto di se. B. S. Io ho a parlar seco d’un mio fatto. B.

Questo pronome, della terza persona, può rappresentare il mascolino e il femminino, il singolare e il plurale; e sempre si riferisce all’agente del verbo onde dipende. Vedemme, parlando de’ nomi personali, a quali regole va soggetto; quindi s’amavano e si sostiene, perchè in questi due casi non è opposizione; ma dirizza se e regge se, per le parole contrapposte l’impeto della natura. Il terzo esempio è dato a dimostrare che il pronome se può rappresentare anche le cose, perciò che quivi se corrisponde con voci; e la preposizione intra richiede il pronome di maggior valore in questo, come di nel quarto esempio. Per lo quinto si dimostra che il pronome se può stare in luogo di lui o lei, giunto alla preposizione con; cioè seco; e in tal caso devia dalla regola generale, che è di corrispondere con l’agente del verbo. Questo nulladimeno non si può fare quando l’agente sia in terza persona, senza capitare in un senso ambiguo. Per esempio, se si dicesse andavano seco favellando