Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/220

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193 hrar^ propose^ sens^afRsso; e rnadirijmi irascohro^ non ti maranHgliar ^ vergognandosi^ attentandosi^ con quello ag- giunto. Il sottinteso Aipropose'h si^ase^ dativo, non in se^ Ve ne stm poi di quésti verbi che si reggono sempre, e in o* gni modo e tenapo, sensa Taflisso, come temere^ paventare^ ia^MMurire « intirizzire^ ingentilire^ impallidire; e altri per io contrario, che non ne possono far senza, quali sono adi-- rarti^ attristarsi^ ingegnarsi^ accorgersi^ ravvedersi^ accin^ gersi^oitdormentarsii e altri fioalooiente, V infinito e il pre- ÌMàaié de* quali solo se lo può gittar d* addosso, come mara^ vigilar , maravigliando^ vergognar^ vergognando, dolorar^ dolorando. E il far uso scientemente di questi verbi, e variai* re, ora togliendo ora ponendo Taffisso, giova non poco alla el^anaa dello scrivere. Vi sono anche dei verbi che espri- mono azione, come trarre , riparare , ricoverare , muovere , che ora portano il pronome e ora no ; e si vede per questi esempi : Come in peschiera ch^ è traìupiilla e pura tìl^g- Goifo i pesci a ciò che vien difisori* • • Si vid^io ben pia di mille splendori trarsi ver noi. D. La donna RiCoyÈsò in casa^ e serrossi dentro. B. Al cuor gentil ripara sempre Amore.Gmào Guinicelli. Or muoviie con la tua parola or» nata^ ecc. D. i.Io credeva che la pigliasseper me, e in quello scam «  Uo la piglia per lui. F. 2. f^oi ce l^ avete fatta bella. F. Z.Jìice L^hai benfattama mai pia persona non ce LAfarà^. ^Se vi sta pur due <£, io ve la dofattOé F. 5. Gallo la pre^ se anco con Cesare. DaVé 6. La gran volontà del Senato di consolarlo la fece uscire a Cesare. Dav. Sta *H pronome in luogo del nome; ma qoesto sempre precede qaello; altrimenti non si saprebbe a clù o a che si