Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/294

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a67 !• Col consentimento degli altri ^ hktjmbmtb la gra^ zìa gli fece. B. 2. Così il magnanimo re operò^ se medesi-^ mo FOjiTEMENTE fincendo. B. 3. UMUMEyTE perdono vi domando del fallo mio. B. 4* Per quella assai leggermene TE se ne salì. B. Qualunque aggettivo può diventar avverbio 9 aggiungendovi il Dome mente 9 cioè animo. In luogo di dire con animo con mente lieta^ con mente forte^con mente umile^ s^à fatta una sol parola, lietamente^ fortemente^ ecc. Quindi, essendo il nome mente femminino,se T aggettivo è di quelli che terminano in Of si muta la finale in a facendosi avverbio. Se Taggettivo termina in le o in re«si tronca la vocale; umilmente^ leggermente. Questi avverbj modificano il verbo rispetto al modo e alla qualità. !• Sentendo che nessuno s<^va do^e ella fosse stata^ AixixjANTO si riconfortì>.B. a. Queste parole piacquero uùù^ To al santo uomo. B. Z. f^oi dovete sapere ch’egli è molto malagevole a me il trovare mille fiorini. B. 4«Vedendolo dormir foste ^ gli trasse di borsa quanti danari avea. B. S.Jppresso le domandò chi fosse la buona femmina che cO" rì LATIN parlala. B. Gli aggettivi di quantità moUo^poco% troppo^ ecc; fanno ancbe T ufficio d*avverbio senza Taumento d*altra paro« la, la quale nondimeno è sottintesa; che le parole cJquanto e molto de* primi esempj comprendono Tidea di in alquan^ to^ in molto f grado; e non solo servono a modificare il verbo, ma anche TaggettivOi come dimostra il terzo esempio* Quasi tutti gli aggettivi^ a guisa di forte e latino degli ultimi esempj, si possono usare per avverbj senza 1* aggiunta del nome mente. Così si dice parlare schietto^ parlare oscu^