Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/305

Da Wikisource.
278

alto

I. Or siete voi chiaro? alto, ben, andiam via.F. 2. Su via, Purella; alto bene, escine. F.

Questo avverbio alto è l’aggettivo medesimo spogliato delle parole che l’accompagnano, come si può vedere reintegrando l’intero senso, che è, Or levate il piè in alto, cioè in luogo alto, e andiam via; Su via, Purella, parla in tuono alto, e così starà bene; esci ne (di cotesta tua esitazione).

fiore

I. Pensa ormai per te, se hai fior d’ingegno. D.2. Mentre che la speranza ha fior del verde. B.

Questa parola fior o fiore, usata a modo d’avverbio, equivale a punto, cioè una quantunque piccolissima parte; e pare che questa metafora sia tolta dal fiore del frutto, il quale è la minima parte del frutto stesso.

di presente

Di presente gli cadde il furore, e l’ira si convertì in vergogna. B.

La costruzione piena di questa forma avverbiale è in ora di tempo presente; ma questo presente appartiene al tempo al quale riferisce il dicitore. Avvertasi che quando si supplisce ora in una espressione avverbiale, s’intende momento come significa l’avverbio ora medesimo.

a mia posta, a modo mio, a mio senno

1. Io non posso far caldo e freddo a mia posta. B. 2. Dormavi; e oda cantar l’usignuolo a suo senno. B.3. Quante volte t’ho io detto, pazzarella che tu se’, che tu faccia a suo modo. F.

Posta è quella buca nella quale si cela la fiera; e però che ella vi si mette a sua volontà, a suo piacere, per fug