Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/333

Da Wikisource.
306


ponimenti; ma per ciò vuolsi ben conoscere il giusto valore di ciascuno. Tanto più poscia mi confermai in questa opinione quando ebbi veduto che un Bartoli, non che altri, s’intrica come un moscherino nella ragna allor che vuol battagliare co’ grammatici per uno avverbio o una congiunzione; vedasi, per uno esempio, quel ch’e’ dice al suo però, e al non per tanto, de’ quali vocaboli uno non intese; dell’altro lascia il lettore senza fornirgli il pasto onde largito gli ha il disio. Passi quindi il lettore alla osservazione del Sig. Amenta, sopra questo non per tanto, e troverà che per soluzione di così importante questione ne dà un pambollito. E non ho io ragion di gloriarmi o di vanagloriarmi, se io pongo fine a queste dispute grammaticali col mostrare le cose nella loro vera luce? Vuol dunque il Bartoli provare che l’espressione non per tanto ora significa nondimeno e ora non per ciò. Ma qual soddisfazione può dare allo intelletto il mutare tanto in ciò? Vediamo gli esempj. Il primo è di una antica traduzion di Livio.

I. Fu soldato a piede; ma, nonpertanto, prode e ardito maravigliosamente. 2. (Riprese tacitamente se); ma, nonpertanto, senza mutar colore, alzato il viso e le mani al cielo, disse. B. 3. (Conosceva la sua in fima condizione); ma non, per tanto da amare il re indietro si voleva tirare. B. 4. (Per quanto di male me ne avvenisse); non, per tanto, niego che ciò, e ora e allora, non mi fosse carissimo, B.

Così si debbono virgolare queste proposizioni, e così virgolando si scorge che due sono queste congiunzioni, distinte per se medesime, senza che s’abbia bisogno di ricorrere al non per ciò. Ne’ primi due esempj la congiunzione è nonper-